I dilemmi del Manager: fare bene o fare presto?
Su questo argomento potremmo discutere giorni tra chi considera la qualità un elemento imprescindibile del lavoro e chi considera il tempismo l’unica strada per restare sul mercato in un periodo storico ed economico come quello attuale.
Esiste poi una terza posizione, quella ufficialmente richiesta ma poco credibile del “perfetto e veloce”: poco credibile perché per poter eseguire un compito con qualità al 100% riuscendo allo stesso tempo ad essere rapidi è necessario che il compito sia perfettamente conosciuto, il processo stabilizzato ed assorbito, che l’operatore (sia su lavori fisici che di concetto) sia esperto e motivato. Oggi compiti e processi si evolvono in modo dinamico e questo rende difficile assorbire automatismi; anche se ci fossero degli automatismi probabilmente inciderebbero negativamente sulla motivazione di personale esperto.
Allora, qualità totale o rapidità?
Dipende. Se dovessi fare un intervento al cuore vorrei che, nel momento in cui mi sta operando, il chirurgo si preoccupasse di fare un buon lavoro, che si prendesse tutto il tempo necessario per non commettere errori e che agisse in modo rapido solo se dovessero sorgere delle complicazioni. Se dovessi essere portata in un Pronto Soccorso per un evento tragico ed improvviso che sta mettendo a repentaglio la mia vita, mi interesserebbe prima di tutto la tempestività nel salvare il salvabile per occuparsi poi, in un secondo momento, degli altri danni, magari anche seri, ma secondari. Il problema che sto vivendo io come paziente è lo stesso, è a repentaglio la mia vita, ma spero di trovare nel dottore la capacità di leggere la situazione e discriminare quale approccio (qualità o velocità) sia meglio utilizzare in ciascuno dei due casi.
Come per un chirurgo, così per chi svolge qualsiasi altro lavoro, la chiave è quindi nel rapporto che c’è tra l’obiettivo da raggiungere e l’influenza che la variabile tempo esercita sul risultato. Può accadere che attività per le quali ci diamo scadenze strettissime abbiano in realtà una correlazione quasi nulla con le finalità del nostro ruolo o della nostra funzione o della nostra azienda, ma che ormai per prassi vengono considerate urgenti; così può accadere che, spesso per pignoleria nostra, tendiamo a spendere tempo ed energia per rilasciare output perfetti al centesimo/millimetro/virgola anche quando il cliente interno o esterno ha bisogno solo di un’indicazione di massima perché si sta muovendo per approssimazioni successive.
Il trucco per uscirne? Pensare… prima di iniziare a correre… “perdiamo” un minuto a valutare ciò che serve in quel momento, a chi e che uso ne farà. La vita del paziente è nelle tue mani.
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