Legami, resistenza e resilienza
Cosa consente ad un’organizzazione di resistere nel tempo? Cosa la rende forte, cioè in grado di sostenere sollecitazioni esterne riuscendo a mantenersi comunque attiva e viva?
Facciamoci aiutare dalla chimica e dalla fisica.
In chimica esiste un concetto di cui tutti abbiamo sentito parlare ma di cui forse a volte sottovalutiamo l’importanza, cioè il legame: gli atomi tendono a legarsi gli uni gli altri in modo naturale formando le molecole; le molecole a loro volta tendono a collegarsi tra loro formando i reticoli. Per potersi avvicinare gli atomi hanno bisogno di essere tra loro compatibili, ma a volte, pur non essendo compatibili riescono a trovarsi compresenti all’interno della stessa molecola o dello stesso reticolo grazie all’intervento di altri atomi che fungono da “ponte” facilitando questo tipo di rapporti.
Certo non tutte le strutture molecolari hanno la stessa resistenza: alcune sembrano molto forti ma appena vengono colpite dall’esterno rischiano di spezzarsi. Ce ne sono altre che invece riescono a costruire al loro interno quelli che si definiscono legami forti e che consentono alla struttura di subire azioni anche molto violente dimostrando flessibilità. L’acciaio, per esempio, simbolo di forza per eccellenza, se sottoposto a pressione si deforma senza spezzarsi, mantenendo comunque le sue caratteristiche essenziali di forza e di conduzione di energia.
Questo sì che è un bel concetto di resilienza! Proprio la stessa resilienza che si cerca di rafforzare nelle organizzazioni moderne, dove la capacità di assorbire gli urti esterni modificando il proprio equilibrio senza spezzarsi si sta dimostrando uno degli elementi fondamentali per la sopravvivenza delle aziende stesse. Lavorare sui legami interni può essere, un po’ come in chimica, il punto di partenza.
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